Startup Innovativa

L’incredibile storia di Pilot il satellite dello “squalo”

L’IDEATORE DI CSHARK HA 27 ANNI. LANCIO IN TEXAS DAL FALCON DI ELON MUSK

La realtà supera l’immaginazione in questi mesi pandemici e accadono anche cose davvero straordinarie, già proiettate nel futuro, cariche di speranza e affidate a spiriti giovani e avventurosi. Una per tutte: Piacenza si fa spazio fra le stelle. La prossima primavera dal Texas verrà lanciato il primo satellite piacentino. Si avvera così il sogno di un talentuoso programmatore di 27 anni, Alessandro Fanni, cremonese di origini e piacentino d’adozione, già allievo dell’ISII Marconi e fondatore, appena dopo il diploma, nel 2013, di CShark, una startup innovativa che ha sede in via Dal Verme, conta su uno staff dall’età media di trent’anni e prende il nome di “squalo” (shark in inglese).

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E per dire della creatività che anima il progetto e del radicamento territoriale, il motto della missione in inglese suona così #SwimHighAndDodgeTheMeteors, ovvero “nuota (in quanto squalo) alto (ovvero nello spazio) e schiva i meteoriti”, una versione aggiornata dell’adagio piacentinissimo “vula bas e schiva i sas”. "Perché serve anche un po’ sorridere in questo periodo così difficile" commenta Fanni che incontriamo insieme alle collaboratrici Elena Mirtini e Rachele Viciguerra.

Questione di fantasia

La start up fa ricerca, lavora con l’intelligenza artificiale, con l’Internet delle cose e per la raccolta di big data che, ben organizzati, facilitano la vita: dalla logistica all’agricoltura, dal controllo aerospaziale all’industria, dalla cyber sicurezza alla smart city. A Piacenza si sta già operando sul fronte turistico per dare una mano ai tour operator, profilare clienti, migliorare proposte e offerte e sulla logistica per il tracciamento di pacchi e camion, creando automatismi. È anche una questione di fantasia. Il satellite, frutto di un anno di intenso lavoro, si chiama Pilot-1 ed è il primo di una serie di nano-satelliti ad alta tecnologia, basso costo e grandi solo pochi centimetri, pesa 600 grammi. Verrà messo in orbita niente meno che da Falcon 9, il razzo vettore di Elon Musk, l’imprenditore sudafricano innamorato dello spazio.

Lavorare con i colossi

CShark ha lavorato in partnership con dei colossi come Microchip, l’azienda più grande al mondo nel mercato del silicio, e poi con l’azienda aerospaziale spagnola Fossa che ha realizzato il satellite, fornendo il sistema di pilotaggio e la struttura e infine in collaborazione con Asimof, l’associazione italiana modelli fedeli di Comerio nel Varesotto. L’eccezionalità italiana e mondiale nasce dal fatto che è la prima piccola, per non dire piccolissima azienda, che spicca un salto di questa portata. Incontriamo Alessandro Fanni nella sede di Confindustria Piacenza perché la sua start up fa parte del raggruppamento Rict, le oltre quaranta imprese tecnologiche dell’associazione datoriale.

"CSkark è una realtà polimorfa - ci spiega Alessandro - abbiamo creato sicuramente una parte importante di connessione satellitare, ma Pilot è il secondo passo di un progetto molto grande che riguarda l’interconnessione di elementi intelligenti, parlerei di rete neurale. All’inizio abbiamo progettato un’intelligenza artificiale che nasce con il progetto Pongo e integra e amplifica quello che è il concetto di “cloud”. All’interno di soluzioni di digitalizzazione di una azienda, ad esempio, riusciamo ad integrare algoritmi molto complessi ma resi fruibili".

"Pongo - prosegue - è un ambiente di sviluppo che ha vinto molti premi, da parte di Milano Finanza ci ha fatto inserire fra le 100 aziende Top nel 2018 come start up innovativa, nel 2019 altro salto con il Milano Marketing festival grazie a nostre soluzioni per il marketing e nel novembre 2019 siamo finiti su Forbes Francia. Pongo ci permette di creare qualunque tipo di software e di rispondere ad esigenze veramente eterogenee".

Pongo, il versatile

Torniamo al satellite su cui opera Pongo. Cosa si ottiene alla fine da questa sorta di antenna potente? "Con Pongo e la parte satellitare otterremo l’interconnessione con tutti i dispositivi a terra per settori anche molto diversi, pensiamo all’agricoltura, alla fattoria intelligente, pensiamo al controllo della qualità del servizio in industria e al telecontrollo in tutti i settori dell’industria stessa, al monitoraggio di situazioni ambientali, ai parametri semplicemente per mandare o meno un messaggio di emergenza. Temi che portiamo avanti anche all’interno del raggruppamento di aziende del Rict".

Fanni apre la sua impresa appena uscito dall’ISII e già nel percorso del Politecnico di Milano: "Ho tentato di portare avanti sia la start up sia gli studi, ma l’ho trovato difficile, avevo già affrontato alle Superiori tanti argomenti e mi risultavano un po’ ripetitivi". Notevole, il Marconi garantisce una formazione per certi aspetti competitiva al piano universitario. "Sono andato avanti anche seguendo le mie passioni, ma l’incipit del Marconi è stato molto positivo". E così arriva CShark, lo squalo che va alla conquista, un po’ aggressivo? "Non tanto, si ispira a CSharp, il linguaggio di programmazione, fra i primi visti, studiati e usato anche all’ISII".

Fino al 2018, Fanni è da solo, fa tutto autofinanziandosi, alla fine riesce a creare un team di una quindicina di persone. E oggi l’unicità di questo progetto - che è la pietra miliare per la start up già all’opera sulla versione di Pilot-2 e sul perfezionamento dei sistemi a terra - risiede nel fatto che l’intera architettura tecnologica e le infrastrutture software che guideranno la missione sono state realizzate in-house dai programmatori di CShark .

Viene alimentato dal sole costa poco e non fa detriti

ALL’ALTEZZA DI 500-700 CHILOMETRI DA TERRA

Il satellite piacentino è entrato nel grande progetto “Smallsat Rideshare Program” di SpaceX, l’azienda aerospaziale statunitense costituita nel 2002 da Elon Musk con l’obiettivo di creare le tecnologie per ridurre i costi dell’accesso allo spazio. SpaceX ha sviluppato fra gli altri il lanciatore Falcon 9. E il lancio del razzo vettore che porterà “CShark Pilot-1” in orbita (tra i 500 e i 700 km dal suolo terreste) si avvale proprio di Falcon 9. Il lancio è previsto per la primavera 2021 dallo spazioporto americano di Boca Chica Village in Texas. Il satellite viaggerà in modalità di carico utile sul razzo del visionario ideatore della Tesla e la permanenza eliosincrona del “primo squalo” sarà di 24-36 mesi (stima media).

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Pilot-1 ha un costo contenuto, si auto alimenterà grazie a particolari celle fotovoltaiche e al suo decadimento, ovvero quando la forza di gravità attirerà verso la superficie terrestre il satellite, non rimarranno “rifiuti spaziali” in quanto al passaggio nella mesosfera si produrrà una rapida ablazione e combustione dell’intero strumento. A terra non arriveranno detriti di alcun genere, altro grande vantaggio, Pilot-1 al termine della missione si comporterà come una meteora, una stella cadente che illuminerà il cielo. Il nome Pilot si ispira al pesce pilota che vive quasi in simbiosi con gli squali.

Un occhio dallo spazio sui fenomeni climatici

Sono tre le finalità della missione di Pilot-1, come spiega Alessandro Fanni. Grazie all’ottica multi sensoriale installata sul satellite sarà possibile rilevare, visionare, registrare e trasmettere dati fondamentali in ambito meteorologico. Un occhio attento e specializzato per reportistica e analisi previsionali, elementi fondamentali per l’agricoltura 4.0 e per l’elaborazione di fenomeni atmosferici. Sempre contenendo il peso in soli 250 grami a bordo di Pilot-1 c’è Pongo, il vero cuore e cervello pulsante che potrà essere usato anche su altri satelliti. Pilot-1 è utilizzabile come ponte per telecomunicazioni e flusso di dati satellitari utilizzabili anche da terze parti per test teorici ma soprattutto per l’implementazione di applicazioni operative. La compressione dei dati sarà la sfida nella sfida. Gestire risorse e analizzare i comportamenti sociali umani o animali (o vegetali), saranno anch’essi aspetti che Pongo potrà gestire grazie all’ampia gamma di moduli collegabili ed integrabili. Maggiori saranno le performance del formato di compressione dati (che si vanno a verificare in questa missione) e maggiori saranno i flussi digitali che potranno essere scambiati con i server terresti di CShark e dei partner di progetto.

Patrizia Soffientini

Dal quotidiano Libertà - Mercoledì 4 novembre 2020

Nasce da Isii Marconi la startup innovativa "C’è grande orgoglio"

Il presidente di Confindustria: cercheremo di portare l’esperienza di “The Village”, l’acceleratore di impresa, anche nel Piacentino

Di fronte a una storia imprenditoriale "affascinante" e super innovativa, Francesco Rolleri, presidente di Confindustria Piacenza, si sente particolarmente orgoglioso e ha voluto essere presente all’incontro con Alessandro Fanni, fondatore di CShark. "È un onore avere a Piacenza questo progetto e sapere che la storia dell’impresa nasce dall’SII Marconi che Confindustria Piacenza sostiene in modo particolare".

Da anni il mondo imprenditoriale che gravita intorno a Confindustria spinge per la valorizzazione della cultura tecnica e mentre si fa avanti la proposta (dell’assessore regionale Vincenzo Colla) di ribattezzare gli istituti tecnici con il nome di “licei”, il caso dell’ex studente Alessandro Fanni porta acqua al mulino della forte professionalità che ISII Marconi assicura ai suoi allievi migliori. Confindustria, spiega Rolleri, è più ampiamente impegnata nel sostegno alle start up per farle diventare grandi e per questo ha aderito a “The Village by CA”, l’hub dell’innovazione del gruppo Crédit Agricole in Italia, un ecosistema a sostegno del business e dell’innovazione del territorio che conta trentatré centri tra Francia, Italia e Lussemburgo.

"È un acceleratore di impresa interessante a cui aderiamo e stiamo lavorando per incontrare società e per poter forse portare The Village anche ad avere una sede piacentina". Si tratta di raccogliere giovani aziende che potrebbero trarre grande vantaggio nell’entrare in una rete di portata europea per potersi meglio sviluppare.

CShark, in particolare, opera già attivamente nel cluster confindustriale di imprese tecnologiche, il Rict, e condivide in cordata un progetto comune recentemente illustrato dal presidente Stefano Guglielmetti su Libertà, su una rete di sensori per il monitoraggio ambientale, il primo sperimentale è posizionato al Ponte Paladini in relazione al flusso delle acque.

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Alessandro Fanni e Francesco Rolleri, presidente Confindustria Piacenza

Primo caso italiano lodato da Forbes

IL GRANDE SALTO DI UNA PICCOLA AZIENDA

Qual è una delle particolarità del caso CShark? È presto detto. Sino a questo momento solo consorzi, istituti di ricerca ed università si erano mossi nella direzione delle stelle con l’invio di nanosatelliti nella bassa orbita terrestre. Quella di CShark è una scommessa che arriva dopo anni di studi e applicazioni. Il primo caso italiano, se non mondiale di una piccola, anzi piccolissima azienda che con altrettanti piccoli ma veloci passi sta per spiccare un grande salto dal punto di vista evolutivo, della ricerca e dello sviluppo per poter sperimentare servizi e nuove tecnologie ad alto valore aggiunto. L’unicità di questo progetto sta nel fatto che l’intera architettura tecnologica e le infrastrutture software che guideranno la missione sono state realizzate in-house dai programmatori piacentini.

E nel novembre 2019 il progetto satellitare viene lodato dalla rivista Forbes Francia. "Essere selezionati dall’osservatorio e avere l’onore di finire su una testata del genere è stata una cosa enorme" spiegano a CShark. E anche in quest’anno così duro si è lavorato a testa bassa, l’ultima consacrazione arriva sul mensile di scienza Focus. "Il nostro traguardo - spiega Alessandro Fanni - è stato aver portato il settore aerospaziale ad una dimensione accettabile, siamo abituati a vedere super satelliti da mezzo miliardo, questi nostri sono invece low budget. Il nostro motto è low budget, low orbit, low energy". Vale a dire, basso costo, bassa orbita e bassa energia.

_ps - Dal quotidiano Libertà - Mercoledì 4 novembre 2020

A seguire il servizio di Telelibertà con l'intervista ad Alessandro Fanni.